I giovani non hanno voglia di lavorare? I dati evidenziano un’altra realtà. Diminuiscono le possibilità di raggiungere un’indipendenza economica prima dei 35 anni.
Aumenta progressivamente la percentuale di under 35 che vive ancora con i genitori (50,3%). È un dato preoccupante, di cui tuttavia in pochi sembrano tenere conto. Soprattutto politicamente parlando. La sensazione è che si stia tirando troppo la corda in Italia. I giovani, frustrati dalle scarse opportunità, volano così all’estero. Rivolgono lo sguardo dove i salari consentono di mettere qualche soldo da parte e dove, anche da soli, si può vivere indipendentemente dalla presenza parentale o meno.
Eseguendo una rapida ricerca in rete, di annunci di lavoro per i junior se ne trovano pochi. Molti offrono stipendi ridicoli – 800 euro al mese –, altri orari di lavoro massacranti e nessuna prospettiva di crescita aziendale. I contratti a tempo indeterminato sono sempre più rari e, nel frattempo, l’inflazione rende sostanzialmente nullo il loro potere di acquisto. La permanenza all’interno della casa di famiglia è stata accettata con rassegnazione. Non si lascia più il nido. Non perché non si voglia, ma perché non si può.
Da sfatare dunque il luogo comune secondo cui i giovani abbiano poca iniziativa e nessuna voglia di lavorare. Di fatto, di occupazioni disponibili se ne contano sulle dita di una mano. Molte richiedono esperienza pregressa, favorendo così l’assunzione degli over 40. E gli under 35, come sottolineato precedentemente, rimangono bloccati in un limbo. Per la loro categoria sono previsti solo lavori mal pagati e poco appaganti.
Nel novembre del 2012 i dati Istat hanno registrato un tasso di occupazione giovanile del 41,6%. Oggi la percentuale è scesa al 19,3%. Dal 2011 al 2023 la percentuale di giovani che hanno lasciato l’Italia ha raggiunto il 44%. Ragionando in numeri, questo valore corrisponde a 550mila laureati e neolaureati emigrati oltreconfine.
Menti che non sono state sostituite neppure da potenziali studenti e lavoratori stranieri, in quanto il nostro paese è ultimo in Europa in termini di capacità attrattiva in ambito occupazionale. È una perdita, per altro, che si è tradotta in -134miliardi per il “Bel Paese” in tredici anni.
E come siamo messi a condizione retributiva? Solo il 10% dei giovani guadagna più di 1400 euro netti al mese e più della metà dei giovani occupati guadagna meno di mille euro netti al mese.
Inoltre, capita che datori di lavoro e aziende non rispettino gli accordi: il 37,5% non riceve il pagamento pattuito, mentre il 32,5% non percepisce nessun reddito. Non sono i giovani che non hanno voglia di lavorare. È la società che non ha voglia di far lavorare i giovani.
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